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martedì 1 maggio 2012

CASI EMBLEMATICI DI RESTAURI RINASCIMENTALI



Originariamente era una piccola chiesa gotica, dedicata a S. Francesco d'Assisi, il signore di Rimini Sigismondo Malatesta, commissiona ad Alberti un suo ampliamento ed abbellimento secondo il nuovo gusto rinascimentale.
Nel progetto, prende come spunto tre monumenti classici:
- arco di Augusto a Rimini
- acquedotto romano (per quanto riguarda le aperture archivoltate)
- Pantheon




Alberti si deve confrontare con la preesistenza, le aperture laterali gotiche erano asimmetriche, ma per dare regolarità in facciata decide di posizionare le nuove aperture archivoltate non esattamente in corrispondenza tra una finestra ed un altra.

Il progetto originario di Alberti prevedeva anche una cupola simile a quella del Pantheon di Roma, ma mai realizzata per mancanza di fondi e per la prematura scomparsa del Malatesta.
Nella medaglia in figura è rappresentata l'opera come si sarebbe dovuta presentare una volta completato il cantiere.



L'edificio, di costruzione medievale, aveva funzione di broletto, sede del consiglio comunale vicentino. Col passare dei secoli, l'edificio presentava pesantissimi dissesti strutturali, viene allora chiamato Palladio.Egli rendendosi subito conto che la causa di questo dissesto era il tetto, decide di rifarlo completamente nuovo, ne utilizza uno a carena, che non spinge sulla muratura, ma si appoggia sui lati unifomemente.


Esempio di tetto a carena

Palladio, per dare ancor più solidità alla struttura decide di inserire il portico anche al primo piano.

Disegno ornato della Basilica Palladiana di Vicenza. Si nota l'utilizzo di serliane nel portico del piano primo.


L'attuale chiesa sorge sopra le rovine delle terme di Diocleziano.
L'area circostante era tutta di proprietà della famiglia patrizia dei Massimo, eccetto una piccola parte acquistata dai certosini per accogliere i pellegrini di passaggio a Roma.
Nel 1561 papa Paolo IV affida il cantiere a Michelangelo, che restaura le preesistenze e inserisce nella natatio delle terme l'altare maggiore ed il coro; decide di non affrescare le volte per mantenere l'aspetto romano.  
Nel 1750 Luigi Vanvitelli, per adeguare la chiesa ai dettami della controriforma, sposta l'altare in fondo al presbiterio ed arricchisce con decorazioni le parti rimaste spoglie andando a chiudere i due ingressi posti al termine del transetto.

Veduta aerea del complesso delle terme di Diocleziano

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